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DA VENT'ANNI, IL CUORE DELLE IDEE.

Rimango indietro

2025-03-13 08:58

SM

Rimango indietro

Mi ritrovo sempre più distante, come chi cammina sulla spiaggia e si allontana dal gruppo, non per scelta ma per un naturale ritmo diverso.Il mondo digital

https://youtu.be/_NiId4p4QXA




Succede gradualmente, quasi senza accorgersene.


Come quando cammini sulla spiaggia e ti ritrovi sempre più lontano dal gruppo, non perché hai deciso di fermarti, ma perché i tuoi passi hanno naturalmente un ritmo diverso.


Mi guardo intorno e vedo un mondo che cambia velocemente.


Non è migliore o peggiore - è semplicemente più veloce di quanto io riesca ad essere.


Apro Instagram e mi perdo tra Reels che scorrono a velocità vertiginosa, contenuti che durano secondi ma che tutti sembrano capire al volo. Il mio cervello ancora elabora il primo video mentre gli altri ne hanno già visti venti.


Su TikTok, ogni adolescente parla di trend che nascono e muoiono prima che io riesca anche solo a capire cosa significhino.


ChatGPT mi suggerisce come scrivere le email, Midjourney crea arte in secondi, mentre io sono ancora qui a cercare le parole giuste, a pensare a lungo prima di rispondere.


La mia casella di posta è piena di newsletter sull’ultima innovazione che dovrei assolutamente conoscere, l’ultimo modello linguistico che cambierà il mondo, l’ultimo strumento che renderà il mio lavoro “10 volte più efficiente”.


Lo vedo soprattutto nel lavoro. Colleghi più giovani parlano di automatizzare processi che ho sempre gestito con cura, di sostituire con l’Intelligenza Artificiale competenze che ho impiegato anni a perfezionare.


Deduco che devo adattarmi, che devo reinventarmi, come se i decenni passati a costruire la mia professionalità fossero improvvisamente obsoleti.


Eppure so che c’è un valore nel mio modo di lavorare, nella mia capacità di vedere sfumature che nessun algoritmo può cogliere, di comprendere contesti che nessun marchingegno dall’altra parte dell’oceano può davvero interpretare.


Non è resistenza al cambiamento - è la consapevolezza che non tutto ciò che è nuovo è necessariamente migliore, che non tutto ciò che è più veloce è più profondo.


Non è una questione di età, non solo almeno. Ho conosciuto ventenni che si sentono come me, e settantenni che navigano tra Threads e Discord con naturalezza. È più una questione di ritmo interiore, di come il nostro spirito si accorda con il tempo che viviamo.


Mi sono accorto che ci sono altri come me. Li vedo quando preferiscono una telefonata di mezz’ora a cinquanta messaggi su WhatsApp, quando scelgono di scrivere un pensiero completo invece di condividere l’ennesimo meme su X.


Li riconosco quando, invece di chiedere ad un monitor di riassumere un concetto, si prendono il tempo di elaborarlo, di lasciarlo sedimentare.


Non c’è orgoglio in questo rimanere indietro, né vergogna. È semplicemente ciò che sta accadendo. Come gli alberi in una foresta, alcuni crescono più alti cercando la luce, altri rimangono più bassi trovando il proprio spazio all’ombra. Nessuno vince, nessuno perde. Ognuno trova il suo posto.


Forse un giorno le nostre strade si incroceranno di nuovo. Forse no. Nel frattempo, continuo a camminare al mio ritmo, apprezzando la vista da qui, da questo punto più distante. C’è una calma in questo allontanarsi, una pace nel lasciare che il mondo corra mentre trovo la mia velocità.


Non è una rivoluzione.


Non è una battaglia.


È solo un respiro più profondo, un pensiero più lungo, un momento più lento in un mondo che non sa più fermarsi.