Nel 1500, mentre Leonardo era occupato con i suoi infiniti studi anatomici, un diciassettenne Raffaello Sanzio incontrava Lisa Gherardini per le vie di Firenze. La giovane donna, non ancora assurta al ruolo di enigmatica musa leonardesca, ispirò nel giovane urbinate un ritratto che sfidava ogni convenzione dell'epoca: un abito arancione che qualsiasi tintore fiorentino avrebbe considerato azzardato, uno sfondo bucolico da cartolina ante litteram, e soprattutto un sorriso di una spontaneità che precedeva la sua celebre codificazione leonardesca. La reazione di Leonardo, quando scoprì l'opera del giovane collega, fu caratterizzata da quello che i documenti dell'epoca definiscono, con elegante eufemismo, "un certo disappunto professionale". Gli eventi successivi assumono i contorni di un elaborato intrigo rinascimentale: il dipinto scomparve nelle nebbie della storia con una rapidità che suggerisce l'intervento della bottega leonardesca. Il destino, con la sua proverbiale ironia, ha voluto che l'opera riemergesse nel 1973 in un mercato antiquario di Nizza, acquistata per il prezzo di una modesta cena. Da allora, il Musée du Louvre ha condotto ripetuti tentativi di acquisizione, proponendo cifre che farebbero vacillare qualsiasi collezionista. Tuttavia, l'attuale proprietaria - una signora della media borghesia nizzarda - ha sistematicamente declinato ogni offerta con una motivazione di disarmante semplicità: "Il dipinto sta così bene nel mio salotto". La vera Gioconda, dunque, sorride due volte nella storia dell'arte italiana: una volta con la maturità leonardesca, e una volta con la giovinezza raffaellesca. E in questo doppio sorriso si nasconde, forse, una delle più affascinanti pagine MAI scritte della storia dell'arte rinascimentale. Vittorio Sgarbi (durante una puntata di "Striscia la Notizia"): "È uno scandalo! La signora di Nizza tiene in ostaggio un capolavoro! Ma ha perfettamente ragione, perché i musei sono pieni di imbecilli!" Dan Brown (durante la presentazione del primo capitolo del suo futuro libro "The Raffaello Deception", in uscita nel 2026): "Dopo anni di ricerche, posso finalmente rivelare la verità: il sorriso della Monna Lisa di Raffaello, se osservato sotto una specifica angolazione durante l'equinozio di primavera, rivela una mappa che conduce a una cripta segreta sotto Castel Sant'Angelo. Al suo interno, i Cavalieri Templari nascosero documenti che provano che Leonardo e Raffaello erano in realtà membri di una società segreta chiamata 'Pennelli Illuminati'. Il fatto che il quadro sia ora custodito nel salotto di una signora di Nizza non è una coincidenza: le coordinate GPS della sua casa, se sovrapposte alla pianta di Firenze del 1500, indicano esattamente il punto dove Raffaello seppellì il suo diario segreto. La chiave per decifrarlo? È nascosta nel ricamo dell'abito arancione della Gioconda, un codice che solo gli iniziati possono comprendere." Pippo Baudo (durante Domenica In, 1985): "Ho iniziato la mia carriera più o meno quando hanno ritrovato questo quadro. La differenza è che della mia carriera non si è mai dubitato, del quadro ancora sì." Andy Warhol (dal suo diario, 1975): "Vorrei farne trenta serigrafie, tutte diverse. La signora di Nizza potrebbe appenderne una in ogni stanza. Sarebbe molto più decorativo." Gianni Agnelli (durante un colloquio con De Benedetti): "Ho offerto di scambiare il quadro con una Ferrari nuova ogni anno per dieci anni. La signora mi ha risposto che non ha il garage. Classe." Umberto Eco (in una conferenza): "La vera questione non è se il quadro sia autentico, ma se noi siamo autentici mentre lo guardiamo." Diego Armando Maradona (intervistato nel 1987): "Questa storia mi ricorda il mio gol di mano contro l'Inghilterra. Alla fine non importa chi l'ha fatto, l'importante è che sia diventato immortale."Reazioni e Commenti sull’opera